“La riforma della Giustizia, di fronte ai numerosi problemi del nostro sistema, è un punto centrale. Ma non una delle riforme presentate dal mondo politico – ha sottolineato il Presidente della Corte di Appello Mario Torti – è in grado di incidere minimamente sul concreto svolgimento delle attività processuali”.
«Quella che forniano, si sa, è una giustizia umana – ha affermato il Porcuratore Generale Luciano Di Noto – con tutti i limiti degli strumenti predisposti da uomini e con tutti i limiti dei singoli individui che indossano la toga. Pur tuttavia la giustizia rimane un caposaldo di garanzie a tutela di quei diritti e principi fondamentali senza i quali non è possibile una convivenza civile e democratica».
Secondo il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Genova Stefano Savi è necessaria una reale riforma atteso che i tempi del processo sono “incompatibili col concetto stesso di giustizia”. Il rinnovamento del sistema giudiziario passa oggi, , attraverso “un’ampia e partecipata riflessione sulla evoluzione della societa’, sul concetto di Stato di diritto, sulla evoluzione del concetto di garanzia, sulla natura degli strumenti processuali e sanzionatori”. Occorrerebbe compiere una serie di azioni virtuose, come “porre mano alle procedure, disegnando l’equilibrio tra garanzia e tempestivita'” e “impedire la dilatazione dei tempi costruendo meccanismi di effettiva certezza temporale”.
Occorrerebe riformare anche il corso di laurea in Giurisprudenza, con una “seria riforma con sensibilita’ per le reali necessita’ ed i destini dei laureati”. Si dovrebbe infine “riservare il processo penale ai casi di maggior allarme sociale elaborando risposte diverse e di maggiore efficacia per i comportamenti di minore gravita. Un simile disegno non e’ oggi pero’ nell’ordine delle cose”. Il Presidente Savi ha manifestato particolare preoccupazione anche per la scelta dell’organismo di conciliazione, che “se non corretta, finira’ per creare squilibri a vantaggio delle parti piu’ forti mentre si sono gia’ registrate apprensioni concrete in ordine alla possibilita’ quantomeno in alcune zone del Paese, di contaminazione di alcuni organismi privati”. Gli avvocati attendano ancora la riforma dell’ordinamento della professione, ha infine precisato Savi, indispensabile per ridisegnare l’accesso alla professione forense.
“Noi magistrati – ha precisato il presidente della sezione ligure dell’Associazione nazionale dei magistrati, Francesco Pinto – siamo dalla parte della Costituzione, sulla quale abbiamo prestato il nostro giuramento di fedeltà. E’ l’unico ‘padrone’ cui riteniamo di essere sottomessi: non desideriamo alcun trono sotto il quale soggiacere, sia pure in posizione di privilegio e denunciamo con forza alla pubblica opinione il carattere eversivo delle pesanti intimidazioni cui sono sottoposti anche in questi giorni valorosi magistrati che fanno solo il loro dovere. La questione morale – ha sottolineato il PM Pinto – non è un fatto che riguarda solo la giurisdizione, perché si fa riferimento in generale a un sistema di rapporti privati fondati sull’interesse personale anziché su quello pubblico, non sempre rilevanti in sede penale, ma in grado comunque di condizionare negativamente i meccanismi di funzionamento delle istituzioni. Questione che riguarda anche la magistratura, vedi il caso della P3. Il pericolo è grave: la vera lesione della indipendenza e credibilità della giurisdizione non sta nelle idee dei magistrati ma nel coinvolgimento in centri di potere soprattutto se occulti”.
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Avv. Salvatore Bottiglieri
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